Affari Italiani intervista Alberto Saravalle, candidato alla Camera e coordinatore Giustizia per Fare per Fermare il Declino
intervista di Sergio Luciano“L'Economist e il Financial Times non vanno presi in considerazione solo quando fa comodo: e le critiche del quotidiano al governo Monti sono purtroppo almeno in parte fondate”: è severo Alberto Saravalle, numero due dopo Oscar Giannino della lista Fare per fermare il declino, sostenitrice critica della linea del premier uscente... Saravalle è uno con un curriculum d'oro, cofondatore ed oggi managing partner dello studio legale d'affari più importante d'Italia (Bonelli Erede Pappalardo), docente di diritto dell'Unione europea. “Sulla stampa britannica c'è stata una lunga campagna, purtroppo fondata, contro Berlusconi. Con l'avvento di Monti, molti apprezzamenti: finalmente uno statista che parlava di contenuti di rilievo, in linea con l'Europa, apprezzato all'estero. Nel merito, però, l'attuazione di questi contenuti, sul piano delle riforme strutturali e dei tagli alla spesa, è stata abbastanza deludente. Le riforme - come scrive il Financial Times - sono state annacquate da mille compromessi e, in termini macroeconomici, i risultati sono stati inconsistenti. E tutto questo è preoccupante soprattutto in relazione al futuro, più che al passato”.
Cioè, avvocato Saravalle?
“Se il governo Monti non è stato in grado di fare di più, pur avendo dalla sua il potere straordinario derivante dall'emergenza e pur essendo sciolto dalla classica ingerenza che i governi politici devono accettare da parte dei partiti che li esprimono; se il candidato Monti ha scelto ora di correre per un governo che sarebbe sostenuto da soggetti portatori di una ben precisa storia politica e personale, che credibilità ha la speranza di un governo che guardi ai fatti e sia libero dai condizionamenti degli interessi di parte?”
“Se il governo Monti non è stato in grado di fare di più, pur avendo dalla sua il potere straordinario derivante dall'emergenza e pur essendo sciolto dalla classica ingerenza che i governi politici devono accettare da parte dei partiti che li esprimono; se il candidato Monti ha scelto ora di correre per un governo che sarebbe sostenuto da soggetti portatori di una ben precisa storia politica e personale, che credibilità ha la speranza di un governo che guardi ai fatti e sia libero dai condizionamenti degli interessi di parte?”
Non negherà quanto di buono ha fatto Monti: le pensioni, il lavoro...
“Le pensioni sì, con la dimenticanza però degli esodati; la riforma del lavoro, pur partendo da buone premesse, è stata nella migliore delle ipotesi inutile se non dannosa. Guardi, l'Economist e il Financial Times non fanno campagna elettorale... e rappresentano un insieme di valori, di principi, di interessi della business community vicini al naturale bacino di Monti...Ecco perché il professore non dovrebbe sottovalutare il peso delle loro critiche”.
“Le pensioni sì, con la dimenticanza però degli esodati; la riforma del lavoro, pur partendo da buone premesse, è stata nella migliore delle ipotesi inutile se non dannosa. Guardi, l'Economist e il Financial Times non fanno campagna elettorale... e rappresentano un insieme di valori, di principi, di interessi della business community vicini al naturale bacino di Monti...Ecco perché il professore non dovrebbe sottovalutare il peso delle loro critiche”.
Ma questo è un parlare da oppositore, non da possibile alleato di Monti!
“Il nostro è un ruolo nuovo, nel quadro politico italiano. Il nostro manifesto di luglio ha condizionato l'agenda di tutti: entrando in Parlamento, e pur schierandoci certo a fianco delle forze a noi più affini, esprimeremo una forza civile che non avrebbe paura di far valere idee coerenti e programmi concreti”.
“Il nostro è un ruolo nuovo, nel quadro politico italiano. Il nostro manifesto di luglio ha condizionato l'agenda di tutti: entrando in Parlamento, e pur schierandoci certo a fianco delle forze a noi più affini, esprimeremo una forza civile che non avrebbe paura di far valere idee coerenti e programmi concreti”.
Per esempio?
“Per esempio sul conflitto d'interessi: non è solo appannaggio di Berlusconi, qualsiasi imprenditore che abbia un'attività in concessione vi rientra”.
“Per esempio sul conflitto d'interessi: non è solo appannaggio di Berlusconi, qualsiasi imprenditore che abbia un'attività in concessione vi rientra”.
Dipendesse da voi, continuereste nella politica del rigore?
“Intendiamoci: alla fine, la politica di solo rigore e tasse non paga. Se vogliamo iniziare un percorso di crescita non possiamo continuare a rinviare i veri tagli alla spesa pubblica e le riforme strutturali. I nostri partner europei ce lo ricordano in ogni occasione. Solo quelle riforme permetterebbero di ritrovare la strada della crescita. Ma se non sono state fatte in questi mesi, quando più forte era la pressione internazionale, perché dovrebbero essere realizzate, ad urne chiuse, da coalizioni poco omogenee?”
“Intendiamoci: alla fine, la politica di solo rigore e tasse non paga. Se vogliamo iniziare un percorso di crescita non possiamo continuare a rinviare i veri tagli alla spesa pubblica e le riforme strutturali. I nostri partner europei ce lo ricordano in ogni occasione. Solo quelle riforme permetterebbero di ritrovare la strada della crescita. Ma se non sono state fatte in questi mesi, quando più forte era la pressione internazionale, perché dovrebbero essere realizzate, ad urne chiuse, da coalizioni poco omogenee?”
Non pretendiamo di rileggere il vostro programma, ma ci parli della riforma che più le è affine, quella della giustizia. Cosa fareste, dipendesse da voi?
“Abbattere anche soltanto del 10 per cento i tempi di risoluzione delle cause invece, ci permetterebbe di guadagnare lo 0.8 per cento del Pil all’anno e per cominciare basterebbero pochi e mirati interventi”.
“Abbattere anche soltanto del 10 per cento i tempi di risoluzione delle cause invece, ci permetterebbe di guadagnare lo 0.8 per cento del Pil all’anno e per cominciare basterebbero pochi e mirati interventi”.
Quali?
“Per decongestionare i tribunali dalle cause pretestuose e risolvibili diversamente basterebbe condannare al pagamento delle spese processuali sostenute dalla controparte e addebitare una quota del costo sostenuto dallo Stato (il 10,7% contro il 28,3% della media europea). Con i maggiori introiti si potrebbero aggiungere giudici e assumere giovani laureati che lavorino nell’ufficio del giudice. Adeguare il tasso di interesse legale al tasso di mercato: oggi il debitore in mala fede finanzia il suo debito al 2,5%, l'interesse legale, mentre sul mancato incasso il creditore si deve finanziare al 9%. Quest'anomalia rappresenta un oggettivo interesse a dilazionare i pagamenti andando in contenzioso...”.
“Per decongestionare i tribunali dalle cause pretestuose e risolvibili diversamente basterebbe condannare al pagamento delle spese processuali sostenute dalla controparte e addebitare una quota del costo sostenuto dallo Stato (il 10,7% contro il 28,3% della media europea). Con i maggiori introiti si potrebbero aggiungere giudici e assumere giovani laureati che lavorino nell’ufficio del giudice. Adeguare il tasso di interesse legale al tasso di mercato: oggi il debitore in mala fede finanzia il suo debito al 2,5%, l'interesse legale, mentre sul mancato incasso il creditore si deve finanziare al 9%. Quest'anomalia rappresenta un oggettivo interesse a dilazionare i pagamenti andando in contenzioso...”.
E poi?
“Incentivare fiscalmente il ricorso a transazioni e procedure di mediazione per le cause in corso. Risolvere in via legislativa o mediante percorsi accelerati in Cassazione le migliaia di cause seriali. Migliorare la normativa sui filtri al giudizio di Appello e in Cassazione. Incentivare il ricorso a polizze di tutela legale a copertura dei costi del processo. Far intervenire l’Autorità giudiziaria nei casi di evidente abuso illecito del processo (il 52% delle cause in Italia per RCA auto è in una sola città)...”
“Incentivare fiscalmente il ricorso a transazioni e procedure di mediazione per le cause in corso. Risolvere in via legislativa o mediante percorsi accelerati in Cassazione le migliaia di cause seriali. Migliorare la normativa sui filtri al giudizio di Appello e in Cassazione. Incentivare il ricorso a polizze di tutela legale a copertura dei costi del processo. Far intervenire l’Autorità giudiziaria nei casi di evidente abuso illecito del processo (il 52% delle cause in Italia per RCA auto è in una sola città)...”
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