Crocetta: ci piaci. Ci piace la tua sensuale spavalderia, ci piace la tua folle scelta di affrontare il buco più nero della sinistra siciliana lanciando una ragazzina nell'arena polverosa del Colosseo della formazione professionale. Ci piace il tuo coraggio e la tua fronte sudata. Ma siamo qui per criticare costruttivamente. Allora, cosa si è fatto in tema di formazione? Quali sono i piani, le idee, le direzioni della sacrosanta rivoluzione in questo campo? Abbiamo visto sui media notizie riguardanti le procure, le infrazioni, gli imbrogli. Benissimo. C'è dell'altro? Non siamo riusciti a trovarlo. Che non ci sia niente su Google (a parte le procure) non importa, il problema è che non c'è niente sul sito della Regione. La trasparenza nella realtà "complessa" dei giorni nostri è quasi sinonimo di democrazia, e la rivoluzione della trasparenza dovrebbe essere una priorità assoluta di un governo di sinistra. Trasparenza vuol dire comunicare in modo intellegibile e a tutti gli obiettivi principali che il governo concretamente persegue, giorno dopo giorno, mese dopo mese, comunicando in modo chiaro quali sono i risultati che si attende, quelli che via via ottiene e quelli che non riesce a conquistare, e perché. A noi cittadini piacerebbe sapere dal Governatore in persona come procede il suo lavoro e quali sono i dati che ne informano le scelte - crediamo insomma di avere il diritto di leggere il suo diario di bordo. Lo stesso vale per gli assessori, e in verità anche per i massimi dirigenti delle strutture. Non c'è niente di tutto questo. Vero, c'è molto da fare e governare è più difficile e complesso di quanto si possa immaginare dal di fuori. Ma anche Obama avrà pur il suo da fare, però s'impara più sull'America in mezz'ora di navigazione sul sito della Casa Bianca di quanto si riesce a capire in un pomeriggio di estenuanti ricerche sul sito della Regione Siciliana.
Tornando all'argomento formazione, vorremmo poter discutere su cosa il governo pensa di dover cambiare dopo aver ristabilito la legalità. Perché secondo noi ci sono due passi importanti da fare: primo, utilizzare una parte dei fondi per la formazione nelle scuole primarie (italiano, inglese, aritmetica). Non sarà "professionale", ma è la formazione che determina la possibilità di accesso alle competenze che contano nel mercato del lavoro. Secondo, rivedere gli obiettivi formativi della formazione professionale tradizionale (puntare a competenze particolari o più generali) sulla base di dati specifici sul livello di "literacy" della nostra popolazione adulta. Poiché la Sicilia non ha partecipato all'ultima rilevazione internazionale dell'OSCE (Adult Literacy and Lifeling Learning): c'è in programma di acquisire nel prossimo futuro dati fondamentali di questo tipo? Non sarebbe così sorprendente scoprire che c'è più bisogno di imparare l'italiano che a fare le pizze.
Last but not least, non possiamo esimerci dal fare un accenno all'emergenza istruzione. Si stanno preparando interventi su larga scala per centrare gli obiettivi di servizio sulle competenze in italiano e matematica? Nella road map tracciata da Barca non se ne parla, ma non può proprio fare tutto lui. Sull'istruzione nel Mezzogiorno l'attuale ministro insiste da dieci anni, a un certo punto dovrà pur toccare a noi. Si sta studiando al Dipartimento Istruzione quali sono i programmi che funzionano al Bronx per colmare i divari cognitivi? E per scoprire i segreti di Norvegia e Singapore che arrivano sempre primi nelle rilevazioni internazionali? I nostri ragazzi non hanno più tempo. Si va, come è giusto che sia, verso graduatorie nazionali di ingresso alle facoltà di Medicina. Si va, come fa rabbia che sia, verso ospedali dove i dottori sono di Milano e quelli di Gela puliscono i cessi. Non possiamo e non dobbiamo accettarlo.
Salvatore Modica
Professore di Economia presso l'Università di Palermo
Fare per fermare il declino
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