giovedì 3 gennaio 2013

Arricchitevi!


Pubblicato: Gio, 03/01/2013 - 13:30  •  da: Alessandro De Nicola

Dal blog Das Kapital dell'Espresso.it
Arricchitevi! Questo era l'incoraggiamento che il Ministro delle Finanze Francois Guizot rivolgeva ai Francesi nel 1840. Si era in piena espansione economica e Guizot era un liberale convinto, orgoglioso e convinto della bontà dell'economia di mercato. Gli storici sono divisi sul resto della citazione: per alcuni il ministro concludeva dicendo  "migliorate la condizione morale e materiale della Francia!". Per altri la frase continuava indicando come arricchirsi: "attraverso il lavoro ed il risparmio". In entrambi i casi era chiaro il legame tra la virtù, l'industriosità, la sobrietà e la legittimità della ricompensa, costituita dai frutti del proprio lavoro.
Altri tempi. Oggidì in nessun paese occidentale come in Francia la proprietà è considerato un furto, una sorta di peccato mortale da espiare. Con la presa del potere di Hollande e del partito socialista, che governa qualsiasi angolo di Francia salvo l'Alsazia, sono state approvate misure inaudite negli ultimi 30 anni. Imposta sui redditi superiori al milione di euro elevata al 75%, che, con i versamenti previdenziali, arriva tranquillamente all'85%. Stessa sorte per i capital gain, equiparati al reddito da lavoro e quindi perseguitati dalle nuove aliquote.
La gabella avrebbe colpito solo 1500 francesi ed avrebbe generato entrate di 210 milioni di euro all'anno per il fisco. Tuttavia, l'innalzamento così feroce delle aliquote, peraltro anche su altre fasce di reddito medio-alte, ha provocato la fuga all'estero di numerosi francesi benestanti, il più famoso dei quali, Gerard Depardieu, ha addirittura fatto il gesto di restituire il passaporto. Si è calcolato che nel solo Belgio ci siano 5000 esiliati fiscali francesi, mentre non sono noti i numeri relativi a Svizzera, Gran Bretagna, Lussemburgo e gli altri paesi con una tassazione più favorevole.
Alla fine, però, il 29 dicembre il Consiglio Costituzionale ha dichiarato la legge incostituzionale, in quanto viola il principio di uguaglianza (marito e moglie che guadagnano 900.000 euro a testa sono trattati molto meglio di chi ha redditi per un milione e 200mila euro ed un consorte senza introiti) e in alcuni casi è retroattiva. Inoltre, l'imposizione è stata definita "confiscatoire" dai giudici costituzionali.
Il governo ha dichiarato che per quest'anno soprassederà, ma che ripresenterà il provvedimento nel 2013.
Due lezioni. L'aliquota massima oggi è del 45%, la differenza con 75 è quindi di 30 punti, ed il reddito medio di questi ricchi francesi è circa 1.500.000 € (30% di 500.000 =150.000. 150.000 € x 1500 contribuenti = 225 milioni, più o meno il gettito atteso).
Poniamo che metà di questi tartassati se ne vadano (hanno i mezzi per farlo). Con la tassazione odierna ognuno di loro in media paga 600.000 € allo Stato (1.500.000 € x 40-1% medio, considerate le detrazioni e le aliquote inferiori per gli scaglioni bassi). Se fuggono all'estero, però, l'esattore francese rinuncerà a 600.000 x 750, cioè 450 milioni di euro, il doppio delle entrate attese.
Per di più, questi transalpini benestanti a casa loro consumano molto e danno lavoro direttamente a parecchie persone, foss'anche solo i domestici e non contando i  collaboratori di professionisti, artisti, sportivi, imprenditori che potrebbero cessare la loro attività quando essa è esportabile (basti pensare ad attori, appunto, o banchieri). Quindi si perderanno l'IVA sui consumi e i contributi previdenziali che servivano a pagare le pensioni dei più disagiati, si distruggeranno posti di lavoro, non si incasseranno le imposte di chi lavora per i ricchi ed anzi bisognerà dargli un sussidio di disoccupazione.
Un disastro totale che si sommerà all'allergia per qualsiasi straniero ad alto reddito a venire a risiedere in Francia e ad un sentimento di sfiducia di chi la ricchezza la crea ma, comprensibilmente, non se la vuole vedere confiscata da Hollande, un grigio funzionario di partito.
Insomma, la furia egalitaristica non solo è intrinsecamente autoritaria (la libertà economica è un elemento essenziale della libertà personale e politica) ed inefficiente ma, nell'era della globalizzazione, vivaddio, è terribilmente stupida.

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