domenica 6 gennaio 2013

La lotta di Giannino alla casta «Ecco perché siamo diversi»


Pubblicato: Sab, 05/01/2013 - 19:00  •  da: Redazione di Fermare il Declino
Dal Giornale di Vicenza intervista ad Andrea Moro
L'Italia si divide in due categorie, trasversali alle distinzioni nord-sud e pubblico-privato: si divide tra parassiti e produttori. Da questa distinzione partiamo per rifondare il Paese». Con una ricetta che, a slogan, è riassunta così: «Meno Stato, meno tasse, meno debito». È il vicentino Andrea Moro, docente di economia alla Vanderbilt University, uno dei fondatori del movimento “Fermare il declino” - nato a luglio e capitanato dal giornalista economico Oscar Giannino - a delineare lo spirito della lista “Fare per fermare il declino” che si candida alle Politiche. Lo ha fatto l'altra sera a Villaverla, in una sala della biblioteca straripante di pubblico, con oltre cento presenze. LA SFIDA. «Correremo da soli», ricorda Moro, e sarà un'avventura tutta in salita (serve il 4% alla Camera, su base nazionale, e l'8% al Senato in Veneto). Ma l'obiettivo è rompere gli schemi, raccogliere consensi nella vasta area del “non voto”: «Magari fin da sùbito o nel medio periodo: tra 2-3 anni si tornerà a votare - scommette Moro - e noi ci saremo». Il menù è d'impronta liberal-liberista, ma Moro rifiuta «l'etichetta di ultraliberisti», perché «in Italia è associata all'interesse particolare di pochi e non al merito e alla concorrenza come dovrebbe essere». Il programma è prettamente economico: liberalizzare, ridurre la spesa pubblica per poter ridurre le tasse. «Vendere la Rai, le partecipazioni in tutte le attività che lo Stato tiene in capo a sé senza creare efficienza ma solo garantendo ai partiti la possibilità di nominare gli amici e i parenti nei posti chiave». L'impegno è quello di «abolire il canone Rai, l'Irap, i sussidi alle imprese e all'editoria, e ridurre le tasse del 5% in 5 anni, grazie alla riduzione della spesa pubblica del 6%»: per Moro si può fare, «senza toccare sanità e scuola», mettendo mano ai «costi della politica» da un lato, agli «stipendi pubblici e alle pensioni», dall'altra: «Ma non tagliandoli, solo fermandone la crescita e solo per stipendi e pensioni sopra i 2.500 euro al mese». «DIVERSI DA TUTTI». “Fare per fermare il declino” ribadisce di essere «contro la casta», come i grillini, «ma il nostro programma è coerente, il loro no». La truppa gianniniana si sente diversa da tutti: dai 5 stelle e dalla Lega nord, «che partiva da problemi concreti e ha finito con l'incarnare la peggio politica senza portare a casa nulla in 20 anni»; e poi da Berlusconi «che ormai è il passato» e pure da Monti: «Il 90% delle nostre idee coincide con le loro, ma loro non sono credibili: in quella coalizione ci sono le lobby che vorrebbero combattere, comprese quelle delle banche. E poi non parlano di riduzione di spesa». «Riformiamo il Paese con volti nuovi, esterni alla politica, con giovani e donne - chiosa Susanna Magnabosco, imprenditrice di Arzignano e seconda in lista al Senato, presente con il coordinatore veneto Franco Bocchini e quello provinciale Filippo Franceschetto -. Tutti i partiti hanno fallito: per questo è giusto impegnarsi di persona»

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