domenica 16 dicembre 2012

Oscar Giannino: "Berlusconi e il Pdl sono casi clinici, Fermare il declino si può"

Pubblicato: Dom, 16/12/2012 - 09:45  •  da: Redazione di Fermare il Declino

Da Pubblico del 14 dicembre 2012
di Gabriella Greison
Oscar Giannino parla con quel piglio che conoscete bene: «Berlusconi e il Pdl, casi clinici: il fascismo ha avuto una fine più dignitosa». Lui è molto seguito, molto amato dal suo pubblico radiofonico (conduce "Nove in punto", la mattina: un appuntamento imperdibile, per tanti, su Radio 24), e ora si candida per le elezioni del 2013 con il movimento "Fermare il declino". Lo ha presentato qualche giorno fa: le sue posizioni neoliberiste, che richiamano la scuola economica di Chicago - la stessa che formò i Chicago boys cileni, e che influenzò tanti giganti degli anni 80, come Reagan, come la Thatcher -, dicevamo: le sue prese di posizione, sui social network e nei ritrovi di piazza, riscuotono sempre un sacco di successo. La sua voce, anche dal vivo, è come se arrivasse dopo una sigla. «La mia sigla, quella di Jim Morrison, con la canzone "This is the end"...che un po' rappresenta dove sta andando il paese in questo momento». Oscar Giannino, così. Netto, preciso, spigoloso; con gli ultimi sondaggi in una mano e il bastone nell'altra.
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È la fine, questa che stiamo vivendo? 
Mah sì, certo. Stiamo assistendo al peggio che abbiamo mai visto. Berlusconi ora si metterà a dire altre scemenze, del tipo i tedeschi sono quelli del Terzo Reich, o l'economia non serve a niente; e partirà la sua solita campagna elettorale. Lui solo quello è bravo a fare, e ce la farà con un colpo di mano dei suoi, facendo partire un coro di pancia sentito per strada. Tanto nel Pdl nessuno gli ha impedito mai niente.
Nel Pdl hanno perso l'attimo, il momento giusto ad un certo punto c'è stato...
Sì, è vero, quando è uscito di scena la prima volta. Ma poi non sono riusciti a muovere foglia. La crisi non è arrivata ieri, ma un anno e mezzo fa, di tempo ce n'è stato. Eppure, nessuno è stato credibile, nessuno nel Pdl ha detto una cosa forte e diversa. Berlusconi voleva affondare il Pdl, e ci è riuscito. Il Pdl è finito, e dopo 18 anni, non esiste più nessuno di quella corrente. Ci voleva un atto di discontinuità, ma nessuno è stato in grado di metterlo in pratica.
La Lega di Maroni si è allontanata da loro...
È stata la mossa più azzeccata che ho visto fare, in effetti, negli ultimi anni. Ma i cosiddetti moderati avevano in Monti una strepitosa occasione, e invece hanno buttato via pure quella. Monti era tentato di essere il capopartito, ma le stranezze che si muovono intorno a lui in questo momento gli stanno facendo cambiare idea. Qualcuno, comunque, dovrebbe mettere un bavaglio a Berlusconi per il bene del paese...
Di recente, cosa ti ha dato più fastidio di quello che ha detto?
Uuuh, tutto! Quando ha nominato la spread e ha detto che non ci importa niente se si alza, ha toccato l'apice. Chi ha inventato il fiscal compact, tra l'altro è stato proprio lui. Tra poco dirà che lo spread non esiste, e lui è stato vittima di un complotto tedesco. Adesso, quello che vuole fare lui è una cosa sola: capitalizzare. E capitalizzerà attaccandosi all'odio di pancia degli italiani. Ma a provare questo odio, ci ha spinti lui!
E Monti si deve candidare, secondo te? 
Monti non si deve candidare, ma è libero di farlo. Però, ragionando, lui è senatore a vita: se si candida, rinuncia alla sua carica? Se si candida, farà una campagna contro Berlusconi? E anche contro Bersani e contro il Pd: riuscirà a prendere più voti? Impossibile.
Ora il Pd nei sondaggi è forte.
È fortissimo, un colosso. Bersani è riuscito nel suo intento, ridare luce al vecchio apparato. Il Pd perdeva nei sondaggi fino a due mesi fa, ora sono più avanti di tutti. C'è stata un'oculata gestione delle primarie. Hanno fatto un capolavoro. Bersani è vincente, perché sa di non essere un trascinatore, ma semplicemente un uomo scelto per cooptazione e appartenenza, secondo le vecchie regole, formato da tante correnti, che tiene insieme tutti, Rosy Bindi, Enrico Letta, Ichino, tutti.
Renzi, invece, scombinava tutto...
Mah certo! Ed era la vera scommessa su cui puntare, per riuscire a cambiare le cose nel nostro paese, per fare un balzo oltre il postberlusconismo. Con la vittoria di Bersani siamo di nuovo nello stesso pantano. Bersani che ha fatto passare il concetto di patrimoniale, anche un pochino tra le righe; Bersani che nel dibattito pubblico non è mai efficace; Bersani che è riuscito a prendere sotto braccio Vendola. Eppure, Renzi avrebbe meritato quel posto, lo sappiamo tutti: mi sembra di rivivere quella volta in cui la vera novità era Veltroni, parlo degli anni in cui c'erano i fax, beh, ecco, tutti lo sostenevano perché era il nuovo, e poi che succede?
Poi, il segretario lo fece D'Alema.
Esatto. Niente, non cambierà mai niente nel centrosinistra, finché l'apparato domina tutto dall'alto. Si ridurrà sempre più a relitto, e basta.
Grillo è in calo, come scrivono tutti? 
Nell'ultimo mese di campagna elettorale prenderà un punto al giorno. Anche se ora la stampa cerca di mostrare solo le contraddizioni di questo meccanismo: il fatto che fa leva sugli istinti che vengono dal basso, ma poi è telepilotato dall'alto. Ma il 40 per cento degli astensionisti, non è detto che votino Grillo, per fortuna. Comunque, una cosa è certa: più è alto il blocco di quelli che si astengono, più il centrosinistra esulta.
Arriviamo a te. E al tuo movimento, "Fermare il declino". Lo hai fondato con altri economisti, Boldrin, Zingales. I dieci punti che stanno alla base del programma stanno spopolando in rete. Mannheimer ti attribuisce un potenziale 8%.
Noi pensiamo di ridurre la spesa pubblica italiana secondo logiche ben precise: spese per reddito per lavoro dipendente invariate, spesa dei consumi intermedi in calo, moderare la crescita della spesa pensionistica, e via così. Comunque, i dettagli li trovate sul nostro sito.
Ascolto spesso la tua trasmissione, e quello che mi ha sempre colpito è il tono con cui ti chiamano gli ascoltatori: persone preoccupate, alcune disperate, altre che cercano soluzioni alla crisi, tutti ragionano con te.
Sono fiero di questo! Per un anno ho dato voce alla gente che forse cercava nel suicidio l'unica via d'uscita per la perdita del lavoro; ho fatto parlare quelli che questa crisi l'hanno vissuta davvero sulla loro pelle; ma anche i giovani ragazzi che vorrebbero ripartire e non ce la fanno; i piccoli imprenditori e i piccoli commercianti che non trovano spiragli di luce o sostegno per le loro attività. Sono loro la forza di questo paese, e nessuno gli apre la porta. I giovani che hanno voglia di lavorare e di rimboccarsi le maniche.

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