giovedì 27 dicembre 2012

Alitalia fa ciuf-ciuf


Pubblicato: Gio, 27/12/2012 - 08:30  •  da: Alessandro De Nicola

Dal blog di Repubblica 
Per un paio di mesi non ci saranno provvedimenti del governo o del Parlamento da criticare. La fine della legislatura ha interrotto la bulimia legislativa delle nostre istituzioni.
Ma in Italia le sorprese non mancano mai. Gira infatti da qualche giorno la voce che Ferrovie dello Stato potrebbe comprarsi Alitalia o quantomeno intervenire nel suo capitale,  creando di fatto un unico gruppo integrato di binari, treni ed aerei.
Alitalia non se la passa bene: brucia centinaia di milioni di perdite l'anno e in cassa non è rimasto molto. O i soci ricapitalizzano o arriva un acquirente internazionale ( ma l'Air France ha grossi problemi di bilancio per conto suo) o si rischia di fallire. Oppure possono arrivare le FS, principale concorrente della nostra "compagnia di bandiera" sulla tratta Milano-Roma e, in misura minore, persino sulla Milano-Napoli.
Le difficoltà di Alitalia, questa volta, non sono dovute ad una cattiva gestione operativa, anzi. Da quando è stata privatizzata (nel modo increscioso che tutti sappiamo), il nuovo management ha lavorato di buona lena ed oggi i costi operativi sono inferiori alla media dei concorrenti europei ed anche la puntualità e la qualità del servizio è decisamente migliorata. Se sotto un certo profilo questo ci fa rabbia - pensate ai nostri miliardi sprecati dall'incompetente e pavida classe politica e manageriale che ha distrutto Alitalia-, d'altro canto sarebbe ingiusto disconoscere i meriti di chi è subentrato. Onore al merito anche ai miglioramenti che Moretti, amministratore delegato di FS, ha raggiunto per la sua società.
Ci sono due però. Il primo è il mutato scenario globale: la combinazione di alti prezzi del carburante con la crisi economica e la spietata concorrenza delle compagnie a basso prezzo ha creato difficoltà enormi. Il secondo è l'errore di aver puntato troppo sul mercato a corto e medio raggio, non riuscendo a prevedere che FS e ora anche Italo sarebbero stati duri concorrenti e, non appena il tempo di percorrenza Milano -Roma scenderà sotto le 3 ore, alla lunga vincitori del match.
Ecco come nasce l'ipotesi della fusione tra trenini e aeroplanini. Come italiani ci sta bene? No, assolutamente no. Prima di tutto, nonostante ingegnose elucubrazioni su presunti mercati di riferimento europei e non nazionali, si porrebbe un enorme problema antitrust e non solo sulla tratta Linate-Fiumicino. La presenza di Italo o di qualche low-cost non annullerebbe la preponderanza che FS-Alitalia acquisirebbe anche dal punto di vista di appoggi politici e di influenza sul regolatore.
Inoltre, saremmo di fronte ad una nazionalizzazione attraverso la quale ancora una volta i soldi del contribuente coprirebbero perdite private. Alla favola dell'italianità nessuno crede più, la strategicità del vettore aereo è una barzelletta che sinanco Berlusconi si vergognerebbe a tirar fuori (oddio, con lui non si sa mai...). Per di più, il monopolista integrato binari-treni, invece che migliorare il servizio pubblico per i pendolari lombardi abbandonati a sé stessi (servizio per il quale è sovvenzionato, ricordiamocelo), si metterebbe a fare concorrenza a Ryan Air e British Airways.
E, in effetti, in nessun paese al mondo esiste una società che controlli aerei e ferrovie, perché troppo diverso è il modello di business. Qui si ripropone la solita domanda: noi italiani saremmo i più furbi al mondo a cogliere una grande opportunità che nessuno ha visto o i più stolti nell'incaponirci ad allungare le mani della politica nell'economia, soffocare la concorrenza, buttare denaro dalla finestra?
FS: Fiducia e Sicurezza... 

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