lunedì 4 febbraio 2013

Perchè resiste il mito neostatalista


Pubblicato: Lun, 04/02/2013 - 12:45  •  da: Redazione di Fermare il Declino
Comunicato Stampa
Per crescere l'Italia non ha bisogno di più stato: deve affidarsi alla fantasia dei mercati, creare vera mobilità del lavoro e scommettere su un'educazione competitiva e di qualità. Questo articolo di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, pubblicato ieri sul Corriere della Sera, spiega in maniera esemplare perché la "politica industriale" è un'illusione pericolosa. Il nostro paese non può più crescere per imitazione: siamo troppo sviluppati per trarre vantaggio da quella strategia. Di conseguenza la regia pubblica degli investimenti è un vicolo cieco. Dobbiamo, piuttosto, creare condizioni per innovare: investendo, anzitutto, in capitale umano, e poi mettendo le imprese nella condizione di rischiare. Fare per Fermare il declino ritiene che, per ottenere questo risultato, la pretesa della politica di esercitare un ruolo decisionale debba fare un passo indietro. Il ruolo della politica oggi non è più scegliere cosa é meglio per il paese, ma scrivere regole adeguate a un mondo in continua evoluzione. Quindi riteniamo che ridurre la pressione fiscale - a partire dalle imposte più distorsive come l'Irap - sia meglio che erogare sussidi; liberalizzare l'economia e dare ai consumatori libertà di scelta sia meglio che consegnare ogni potere alle burocrazie pubbliche; proteggere i lavoratori offrendo sostegno al reddito nei periodi di disoccupazione e strumenti di formazione per trovare un nuovo lavoro sia meglio che tutelare posti di lavoro improduttivi.
Fare per Fermare il declino ha un programma dettagliato su qualcuno di questi punti. I partiti della seconda repubblica hanno fatto sistematicamente il contrario, e ancora oggi promettono più sussidi, più irresponsabilità fiscale e un intervento pubblico più pervasivo. Al declino non si risponde con più declino, ma rendendo possibile la crescita.

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