martedì 20 novembre 2012

Business is business


Da La Repubblica Affari&Finanza di Alessandro De Nicola
Ebbene, dopo aver contribuito ad evitare che lo spread prendesse il volo, il governo Monti viene premiato con un altro ambito riconoscimento: l’indice “Doing Business in”, preparato della Banca Mondiale, ci ha visto risalire dalla 87ma alla 73ma posizione. La graduatoria classifica le nazioni del mondo a seconda della facilità con la quale si riesce ad intraprendere un’attività commerciale. In testa, per capirci, ci sono Singapore e Honk Kong, fanalini di coda, al 184mo e 185mo posto, il Ciad e la Repubblica Centraficana (quella di Bokassa, per chi se lo ricorda). Ora, èpur vero che noi arranchiamo sempre dietro alla Romania, al Ghana o al Kirghisistan , ma il miglioramento è indubbio.
 Poi, se andiamo a spulciare bene, ci rallegriamo meno. I compilatori della Banca mondiale citano quali elementi positivi nella loro decisione le s.r.l. semplificate per i giovani, considerate qui in Italia una barzelletta, la digitalizzazione del catasto (bella, ma non in testa alle preoccupazioni degli imprenditori) e la riduzione delle tariffe di connessione elettriche nonché il miglioramento di efficienza dell’Acea, la public utility romana (questa, poi, è proprio una bizzarria). Considerando che nelle cose che contano, come il funzionamento della giustizia, siamo al 160mo posto, per le tasse al 131mo e per l’accesso al credito al 104mo, sembra proprio che il nostro governo ormai i voti di fiducia non li prenda solo dal Parlamento, ma soprattutto dagli organismi internazionali.

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